Come non realizzare un “pianTo” editoriale? Gli errori comuni di alcuni post sui social
Hai mai visto un pianTo editoriale? Io sì, li vedo molto spesso e con questo non voglio essere superiore a nessuno, né giudicare i contenuti social altrui. Semplicemente li vedo perché ho un occhio ben allenato, dato che creo piani editoriali per professione. Ogni volta che ne vedo uno mi dico “ok, questa cosa è da evitare” e lo prendo come spunto per imparare. Però creare un pianTo editoriale al posto di un bel piano editoriale è molto facile. Motivo per cui ho cercato di raccogliere gli spunti dai pianti editoriali e di far capire perché non vanno bene. Non tanto per noi che li scriviamo, ma per chi li legge.
Cos’è il pianTo editoriale?
Il pianTo editoriale è un piano editoriale riuscito male. Così tanto da far piangere, e non dal ridere.
Ormai tutti sanno che il piano editoriale è una programmazione di contenuti da pubblicare su un blog, sui social network o in una newsletter. In questo articolo analizziamo solo il piano editoriale sui social network, come Facebook, Instagram, Linkedin, Twitter… In tutti questi casi i contenuti del piano editoriale sono post o storie che hanno un testo e una foto o un video.
Il pianTo editoriale è un piano editoriale pieno di errori che lo rendono inutile, se non controproducente. Sono errori che influiscono sia sulla visibilità dei post, sia sulla percezione che l’utente ha quando vede i post. Tutto chiaro fin qui? Bene, passiamo alla parte divertente: gli errori.
Il pianTo editoriale ha post che gli utenti non vedono o non leggono
Chi usa un social network vede tantissimi post in un tempo ristretto. Il pollice sullo smartphone o il dito medio sulla rotella del mouse sono velocissimi e dunque per far sì che l’utente si fermi a guardare o leggere il tuo contenuto devi essere in grado di attirare la sua attenzione. Devi essere interessante!
Errore 1: pubblicare post di scarsa qualità perché sui social bisogna pubblicare tanto
Alcuni social premiano i profili e le pagine che pubblicano tanto ma tu pubblichi per i social o per gli utenti? Ovviamente per gli utenti, dunque prima di inserire un post nel piano editoriale, la domanda da farti è sempre una sola: questo contenuto interessa il pubblico al quale mi rivolgo?
Prendiamo la pagina Facebook di una catena di supermercati. Chi ne vede i post sarà interessato a sapere quanto ricca di vitamina C può essere un’arancia? Oppure può essere più interessante proporre una ricetta con le arance? Oppure conoscere la provenienza di quelle arance?
Ricorda, inoltre, che i post meno interessanti potrebbero essere anche quelli che ti piacciono di più: quelli in cui dici quanto il tuo prodotto sia migliore, figo, buono… e magari senza spiegare il perché. I post autoreferenziali non interessano a nessuno, incluso chi ti segue sui social.
Errore 2: mettere tanti hashtag in tutti i social pensando di poter raggiungere più persone
Sì, è vero che gli hashtag servono a questo ma non tutti i social trattano gli hashtag allo stesso modo e non tutti gli hashtag sono uguali. Per ottenere un buon risultato dagli hashtag bisogna usarli con attenzione, selezionandoli con cura.
Metterli a caso e metterne sempre tanti non aiuta, anzi può peggiorare le cose. Soprattutto perché chi legge il testo del post non li degna nemmeno un sguardo e ricorda che stiamo pubblicando per le persone e non per i social. Per lo stesso motivo non scriverai mai hashtag che non hanno nulla a che fare con il contenuto.
Esempio: il profilo Instagram di un albergo pubblica la foto di una delle sue stanze con vista mare. Mettere l’hashtag #italianfood solo perché conta milioni di post ed è seguito da tantissime persone è inutile e controproducente: chi segue l’hashtag #italianfood si aspetta di vedere foto di buon cibo italiano e non una camera di albergo, per quanto bella possa essere. Non so a te, ma a me darebbe fastidio.
Errore 3: pubblicare contenuti distanti dalla realtà, specie quella di chi legge
Un tempo quando c’era solo la pubblicità in televisione ci si interrogava su come la famiglia di un noto marchio di merendine potesse essere sempre così felice la mattina. Questo è un chiaro esempio di contenuto distante dalla realtà: quante mattine ti svegli con il sorriso e saltelli per la cucina ricoprendo la tavola di brioche, biscotti e marmellate come se fosse Natale?
Prima di scegliere la foto, il contenuto o di scrivere il testo del post pensa sempre al tuo pubblico e a come vive la situazione che stai per rappresentare. Se pubblichi qualcosa che non esiste probabilmente non sarà abbastanza interessante e passerà inosservato.
Inoltre c’è il rischio, anche alto, che qualcuno del tuo pubblico scriva un commento negativo. Perché i social non sono la tv e tutti possono interagire con ciò che pubblichi.
Esempio: un brand di intimo pubblica su Facebook la foto di un ragazzo con la maglietta intima, seduto sul letto e con il pc portatile davanti a sé. Il testo dice più o meno: Pinco Pallo sta facendo smartworking. Ma le persone non fanno riunioni online con la maglietta della salute, si vestono con decenza e in genere saranno seduti a una scrivania. Chi vede la foto percepisce subito che non è reale e il rischio è di ritrovarsi con commenti che lo fanno notare, commenti sarcastici e anche aggressivi. Il brand finirà per essere ricordato come quello che fa le magliette per uno smartworking che non esiste e dunque quelle magliette non sono per nessuno.
Questi sono tre errori da pianTo editoriale. Il segreto per evitarli è appallottolare tanta carta. In senso figurato, ovviamente. Quello che voglio dire è che prima di trovare il contenuto interessante con il relativo il testo che metta curiosità e la foto o il video perfetti per richiamare l’attenzione, di prove e tentativi bisogna farne assai. La comunicazione sui social va curata in ogni particolare e per questo hai bisogno di un professionista che ti aiuti a farlo.